Segni di presenza dell' Orso Marsicano
A parte l'avvistamento diretto, le impronte rappresentano il più chiaro indice di presenza dell'Orso
e, per la loro dimensione e forma, si possono difficilmente confondere con quelle di altri animali.
Le orme degli Orsi adulti o
subadulti presentano mediamente una larghezza che va dai 10 ai 15 cm (misure rilevate in Europa) e presentano 5
dita che sono disposte l'una
accanto all'altra secondo una leggera curva, tale da poter sovrapporre una linea retta su tutu e cinque i polpastrelli
(Fig. 4).
Fig. 4
-
Orma del
piede posteriore destro
di Orso
Si può osservare come sia possibile, tracciando una linea retta,
attraversare tutti e cinque i polpastrelli. E da notare anche come il lato
esterno del plantare (A) sia sempre assai più lungo del lato inferno (B). Pur
essendo vagamente simili, al contrario di quanta succede nell'orma umana, in
quella di Orso il dito più grosso risulta il 5° e cioè quello esterno.
Anzichè camminare sulle dita, come succede ad esempio nei
Canidi e nei
Felidi (detti per questo digitigradi),
l'Orso (plantigrado) appoggia quasi
completamente l'intera pianta dei piedi. L'orma posteriore assomiglia vagamente a quella del piede umano anche se si
riscontra una differenza essenziale: mentre nell'uomo il dito
più grosso e il 1 ° (quello interno), nell'Orso il più grosso risulta
il 5°
(cioè quello
esterno, Fig. 4). Ho osservato su varie
pubblicazioni come le orme destre siano state confuse con le sinistre, e viceversa, creando non poca confusione nel
lettore.
Anche nell'Orso, come nella maggior parte dei Mammiferi, l'orma anteriore
e leggermente più larga rispetto a quella posteriore.
Fig.
5 - Orme di tasso
Queste orme sono molto simili a quelle di Orso; però, oltre ad essere notevolmente
più piccole, tendono ad
essere più slanciate. I polpastrelli, in particolare, nel tasso presentano una lunghezza circa doppia rispetto alla larghezza. (Foto
S. Mayr)
Qualche dubbio può sorgere in presenza di orme appartenenti al tasso che possono essere confuse con quelle di un
cucciolo di Orso. Nel
Tasso, però, i
polpastrelli sono relativamente più
allungati,
con lunghezza circa doppia della larghezza (Fig. 5). Inoltre, la
distanza tra polpastrelli e cuscinetto
plantare e, in proporzione,
assai maggiore che nell'Orso.
Le orme più chiare sono
quelle rilevabili sulla neve. Purtroppo, pero, nel periodo invernale l'Orso si ritira in letargo, solitamente dai primi
di dicembre a fine marzo circa, e diventa quindi difficile trovare orme su
neve.
(Foto prossimamente disponibile)
Zampa anteriore e posteriore di Orso bruno
Da notare come le unghie (soprattutto nell'anteriore, sopra) siano molto
sviluppate. Le foto sono state infatti
realizzate, ad Orsi narcotizzati, presso un'area faunistica dove l'Orso utilizzava, e conseguentemente consumava,
poco le unghie. (Foto C. Frapporti)
Quando quest'ultime non sono fresche,
può risultare molto problematico definire
con sicurezza la specie a cui appartengono. Infatti con l'irraggiamento solare, e la conseguente fusione della
neve, le orme si ingrandiscono e si
deformano notevolmente, Anche quando inizia questo processo di scioglimento, nel caso delle orme di Orso, rimangono
evidenti i segni lasciati dai 5 unghioni
(Fig. 6). Solo in un secondo tempo, quando cioè l'orma e
molto
deteriorata, anche questi segni tendono a sparire, lasciando un'unica buca di forma
pressochè circolare, A causa di questi fattori, anche un esperto ricercatore può cadere in inganno confondendo addirittura orme appartenenti a lepre, deformate dal sole e dal vento, con orme
più o meno vecchie di Orso. La possibilità di un errore di attribuzione aumenta quando ci si trova di fronte ad un'unica
orma poco chiara, o a piccoli tratti di pista. Invece, quando
e presente una pista e più facile distinguere le differenze the intercorrono tra
orme di Orso, uomo o altri animali.
In autunno inoltrato o in primavera precoce spesso le orme sono in via di scioglimento al punto da divenire, nel
giro di poche ore, praticamente
irriconoscibili.
(Prossimamente disponibile)Fig.
6 - Orma
di Orso su neve
Anche. se forma non e motto fresco, rimangono ben evidenti i segni lasciati dai cinque unghioni. (Foto H. Roth)
Anche in questo caso, pero, il rapporto
lunghezza-larghezza o la posizione
reciproca delle orme all'interno di una pista spesso fornisce, all'esperto, informazioni sufficienti per
l'attribuzione
alla specie. Le orme lasciate dall'uomo
tendono ad avere la forma di un ovale allungato (da 2,2 a 3 volte più lunghe che larghe) anche quando queste sono ormai molto vecchie; nel caso dell'Orso, invece, come sopra ricordato, tendono ad avere una forma rotondeggiante (solo da 1,4 a 1,8
volte più lunghe che larghe) (Fig. 7).
(Prossimamente disponibile)Fig. 7 - Confronto tra orme di Orso e di uomo
Si noti come l'orma del
plantigrado sia di forma piuttosto rotondeggiante rispetto a quella lasciata
dallo
scarpone dell'uomo. Anche quando le orme non sono più fresche questa
proporzione aiuta nell'identificazione delta specie. (Foto A. Caliari)
Inoltre, le singole orme di Orso che formano
una pista sulla neve sono poste ai
lati di un'ipotetica linea di marcia in modo tale da formare una doppia pista parallela. Nel caso dell'uomo le
singole orme sono generalmente disposte quasi su di
un'unica linea (Fig. 8). E' comunque importante
poter attribuire correttamente le orme alla specie: in questo modo risulta più agevole cercare
altri indici di presenza (escrementi, peli su rami, giacigli, ecc.), in modo da poter confermare la segnalazione e procedere, secondo i metodi classici, ad ulteriori
rilievi.
Fig. 8 - Piste di Orso
e uomo
Si notino le differenze tra una pista (susseguirsi di orme) lasciata
dall'uomo e dall'Orso: nel caso
dell'Orso (a destra) si tratta di una pista formato do
due file di orme parallele.
Il fango e un ottimo
substrate sul quale e possibile
rinvenire orme di Orso, ma
raramente capita di poter rinvenire più orme chiare su fango o terreno
soffice (Fig. 9, pag. 28) poichè le zone che
si prestano a evidenziarle sono
generalmente poco estese. Tipici luoghi sono
le pozzanghere sulle strade forestali.
(Foto prossimamente disponibile)Fig. 9 - Serie di impronte di Orso bruno (grizzly)
lasciate da due esemplari.
Raramente capita di poter rinvenire piste motto lunghe su fango. Nella
fattispecie le impronte erano ben
visibili per circa 600 metri sulla spiaggia di un logo nel Glacier National Park (Montana -
U.S.A.) (Foto C. Frapporti)
(Foto prossimamente disponibile)Fig. 10 - Orme di Orso su terreno rilevate mediante
lucidi
Da notare come, sia nell'anteriore (A) che nel posteriore (P), siano evidenti solo i segni lasciati
do tre polpastrelli. Inoltre l'orma posteriore (P) non e completa; molto spesso, infatti, tranne su neve o
fango particolarmente soffice e profondo, le
orme tendono ad essere incomplete, non essendo evidenziato il tallone. l due
lucidi sono stati realizzati in tempi
e
luoghi
diversi.
A differenza di quanto avviene nella neve, dove l'Orso
affonda sotto il proprio peso, nel fango si trovano spesso orme
incomplete.
Anche gli
unghioni, evidenti nelle orme su neve, sul fango raramente lasciano segni e, quando sono presenti, sono di solito identificabili
solo come piccoli triangoli o fori.
Spesso nelle orme su fango non tutti i polpastrelli sono impressi sul terreno,
formando cosi impronte di sole 3 0
4 dita (Fig,
10).
In altre circostanze ancora, l'orma, o parte della
stessa,tende ad essere "scivolata" sul terreno
risultando, in questo modo, deformata.
(Foto prossimamente disponibile) Fig.11 Orme sovrapposte o
appaiate di cane
Si può osservare come le due orme di cane possano trarre in inganno e
dare l'idea di un'orma di Orso. Questi dubbi possono sorgere soprattutto nel caso di orme su neve piuttosto vecchie. E' da notare,
però, come i polpastrelli siano disposti a forma di arco piuttosto curvo a differenza
di quanto avviene in un orma di Orso
dove, pur essendo anche in questo caso disposti su un arco (Fig. 4), esso risulta molto meno incurvato.
Dove è frequente la presenza di cani, può verificarsi che
due loro orme sovrapposte formino una ... "quasi orma di Orso" in modo tale da trarre in inganno anche
l'esperto, in un caso, ad esempio, due orme di cane appaiate formavano quella che sembrava un'orma anteriore di "piccolo d'Orso" (Fig. 11). In
un'altra circostanza un'orma di uomo assieme ad un'orma doppia di cane, entrambe abbastanza vecchie e impresse
su neve in fase di scioglimento, apparivano
come un'orma posteriore di Orso (Fig. 12, pag. 31).
Fig. 12 - Una ... "quasi
orma d'Orso"
Qui due orme appaiate di
cane sovrapposte alla parte anteriore di un'orma di scarpone su terreno in
salita davano, a prima vista, l'impressione di un posteriore di Orso. Anche in questo
caso le orme piuttosto vecchie e la neve in fase di scioglimento traevano in
inganno. Il plantare troppo largo rispetto ai polpastrelli, evidenziava,
però, l'errore.
Le orme sono, come detto, uno degli indici di
presenza più caratteristici dell'Orso. In alcuni casi sono state utilizzate
anche per tentare una stima del numero di
individui: in questi casi e fondamentale
che le orme vengano misurate sempre allo stesso
modo dai diversi rilevatori. Suggerisco di prendere, per ogni orma, le quattro misure illustrate nella Fig. 13, pag.
32.
Come abbiamo già visto (Fig. 10, pag. 29), spesso le
orme dell'Orso possono essere incomplete. In questi casi
è molto importante la misura che
intercorre tra i centri del 2° e 4° polpastrello (Fig. 13). Infatti, anche quando l'impronta
è "scivolata" oppure, a
causa della natura del terreno, non e ben visibile nella sua integrità,
e frequente che
siano evidenti i polpastrelli centrali (2°, 3° e 4°).
Per aiutarsi nelle operazioni di misurazione relative
alla distanza tra i centri del polpastrelli (Fig. 14, pag, 33) si procede
piantando piccoli bastoncini (delle dimensioni di uno stuzzicadenti) nel centro
dei polpastrelli, misurando poi la loro distanza.
E' buona norma essere sempre molto critici con gli indici
di presenza rinvenuti. Nel caso di orme
trovate in zone dove l'Orso e scomparso da tempo, con una
singola orma dubbia bisognerà essere estremamente cauti e non ipotizzare affrettatamente la presenza dell'animale in zona.
Analogamente
la presenza di una pista nell'erba, non associata ad altri indici
di presenza quali ad esempio segni di pascolamento su specie vegetali, escrementi, ecc, non
è sufficiente
per distinguere il passaggio dell'Orso dal
passaggio di altre specie, uomo compreso, e quindi attribuire con certezza il segno di presenza. Ritengo
che
tale approccio sia necessario comunque in tutte le circostanze, giacchè
consente non solo di verificare con maggiore
accuratezza il primo indice di presenza rinvenuto, ma spesso di trovarne altri che completano e definiscono meglio
il tutto.
Rinvenendo una pista nell'erba, se
questa non è associata ad altri indici di presenza, non ritengo esistano elementi sufficienti per distinguere
il passaggio dell'Orso dal passaggio
di altre specie, uomo compreso.
(Foto prossimamente disponibile)Fig.
13 - Misurazione delle orme
Questi sono i punti the suggeriamo di prendere in considerazione
per la misurazione di impronte di Orso. Questo sistema "standard" deve
essere utilizzato per tutte le orme che capiterà di trovare.
(Foto prossimamente disponibile) Fig.14 - Misurazione della distanza dei
centri dei polpastrelli.