Chi è l' Orso Bruno
L' Orso
bruno Ursus arctos L., 1758, è un mammifero appartenente alla famiglia degli Ursidi (Ursidae) ed e diffuso in quasi tutto
l'emisfero settentrionale
dall'Eurasia al Nord America. Tra le 8 specie di Orso, l'Orso bruno e quella che
presenta la distribuzione più ampia, a dimostrazione di quanto sia adattabile la
specie. Troviamo quindi Orsi bruni in quasi tutti gli habitat: dai deserti
freddi asiatici, alle foreste di latifoglie e di conifere, alla tundra artica.
In Italia esistono tre popolazioni; nelle
Alpi del
Trentino, nel Tarvisiano e nell'Appennino centrale. Mentre per le prime due
è
ipotizzabile, in tempi medio-lunghi, una riunificazione, la popolazione
dell'Appennino è separata dalle due precedenti ed è, molto probabilmente, la più numerosa annoverando circa 30 - 50 individui secondo le fonti
più
accreditate, anche se ad oggi mancano dati scientifici oggettivi dai quali
ricavare notizie veramente attendibili sull'effettiva consistenza della
popolazione. Agli inizi del Novecento (1921) la popolazione appenninica fu
descritta da Altobello come una sottospecie (Ursus arctos marsicanus) per
alcune caratteristiche morfologiche. Successivamente negli anni '80 tali
caratteristiche non vennero ritenute valide o sufficienti e ne vennero
individuate altre basate su alcuni parametri biometrici del cranio. Va
sottolineato, pero, che l'Orso bruno presenta un'elevata variabilità morfologica
in tutto il suo areale. Non sorprende quindi che popolazioni piccole e isolate
da tempo presentino caratteri peculiari senza implicare l'esistenza di un rango
sottospecifico. L'esistenza di una sottospecie marsicanus è comunque stata
confermata da recenti ricerche, con utilizzo di tecniche genetiche che sono più
accurate nella valutazione delle differenze tra popolazioni di Orso. In Europa
sono riconosciuti tre diversi gruppi di Orsi che si diversificano a livello di
DNA mitocondriale: linea orientale (Svezia settentrionale, Finlandia, Russia,
Slovacchia e Romania), linea nord-occidentale (Francia, Spagna, Norvegia e
Svezia meridionale) e linea sud - occidentale (Italia, Romania, Bulgaria,
Grecia, Paesi Balcanici). L'Orso bruno marsicano apparterrebbe a quest'ultima
linea.
La popolazione di Orso bruno dell'Appennino centrale è
distribuita in un territorio compreso tra i Monti Sibillini e l'Alto Molise, i
Monti Simbruini laziali e la
Majella (Fig. 1, pag. 9). L'area a maggiore densità
coincide approssimativamente con quella del
Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e
Molise e territori limitrofi. La frequentazione dell'area di distribuzione è
estremamente variabile, Con eccezione di poche aree abitate stabilmente, la
periferia dell'areale
(la maggior parte dei 3000-5000 km2 abitati dall'Orso) è interessata da
presenze episodiche che talvolta danno l'impressione di "nuove
colonizzazioni". La frequentazione è stabile per settimane o mesi ed è
seguita dall'assenza di riscontri oggettivi della presenza della specie per
lunghi periodi, anche anni. In questo caso quindi, pensare che "nuove" segnalazioni di Orso in aree remote siano indice di una
saturazione" di altri territori è estremamente criticabile e improbabile,
D'altra parte, in Austria, Spagna e Grecia sono noti casi di individui muniti
di radiocollare che hanno "lasciato" la loro abituale area vitale spingendosi
per oltre 100-200 km verso territori mai occupati prima. Recenti dati relativi
ad Orsi rilasciati in
Trentino hanno, in parte, confermato questo
comportamento: in particolare una giovane femmina si e spostata dalla zona di
rilascio (gruppo montuoso del Brenta) nel Trentino occidentale, fino alla zona
degli Alti Tauri in Austria, compiendo uno spostamento di circa 600 km!
Molte delle differenze genetiche tra l'Orso bruno
dell'Appennino e le altre popolazioni 'Vicine" sono da imputare probabilmente
ad un processo di "erosione" del patrimonio genetico per isolamento (che dura
da circa 400-600 anni) ed alla perdita di individui, piuttosto che alla solo
evoluzione in senso adattativo, che in un lasso di tempo breve difficilmente
lascerebbe tracce cosi evidenti nei geni di una popolazione. Tale ipotesi
trova conferma nel fatto che l'eterozigosi (il numero degli individui di una
popolazione che per lo stesso gene hanno due o più varianti codificate nel
DNA) della popolazione appenninica è la più bassa finora stimata: 0,36 (dati
preliminari). Questo dato, con l'eccezione di quello relativo agli Orsi
dell'isola di Kodiak (0,21) che vantano però una popolazione di circa 2000
individui (quindi con ben altre prospettive!), è quello più basso in assoluto,
e desta non poca preoccupazione, soprattutto se confermato dalle ricerche in
corso e se considerato in tempi lunghi. Infatti, l'eterozigosi delle
popolazioni di Orso bruno nel Nord America e in Scandinavia è più alto (0,49
- 0,78) e l'Orso bruno dei Monti Cantabrici in Spagna ha eterozigosi
variabile: 0,39 nel nucleo orientale e 0,50 nel nucleo occidentale. La
combinazione di questa ridotta variabilità genetica con altri fattori
ambientali, spesso di origine antropica (bracconaggio, competizione per
l'utilizzo dello spazio, ruolo di alcune patologie), rende la popolazione
appenninica ancor più minacciata. Tuttavia, dai dati attualmente disponibili,
questa ridotta variabilità genetica non sembrerebbe per ora comportare
nell'Orso serie ripercussioni quali una minore sopravvivenza dei piccoli, ma
espone comunque questa residua popolazione ad un serio rischio, per esempio,
nel caso di insorgenza di epidemie. Poichè il patrimonio genetico dell'Orso
bruno marsicano è molto poco variabile, questa popolazione non è probabilmente
in grado di dare una risposta altamente differenziata nei confronti di un
agente patogeno che potrebbe quindi, nei casi più gravi, arrivare a decimare
la popolazione, ponendo cosi in serio pericolo la sopravvivenza dell'Oro bruno
nel lungo periodo.